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al testo di Elisabetta Sancino
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NEVE ROSSA Il cielo è una cascata bianchissima a cui abbeverarsi camminando lungo gli argini assiderati nell’attesa febbrile di una neve che sarà scarsa e inutile. Io ho una scorta di candele, dolci provviste per la notte accoccolata nell’incavo dei fossi dove la primavera rotolerà pervinche e ondate di primule, spennellando i talloni scrostati dalle gelate. Dici che il carminio perdura sulle mie rime palpebrali e sul mio zigomo sinistro: è questo in fondo che di me ami da sempre nel propagarsi dell’inverno intonso -stanotte dovresti reggere questa fiamma dovresti aspettare la neve e pensarla rossa e durevole come i versi che ti porgo |
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